regime amministrato dichiarativo

Regime amministrato vs dichiarativo: quale scegliere?

·

·

Quando ho aperto il mio primo conto trading diversi anni fa, la scelta tra regime amministrato e regime dichiarativo mi sembrava una di quelle decisioni “tecniche” da prendere al volo. Invece, con il tempo ho capito che questa scelta può fare una differenza sostanziale sulla gestione fiscale dei tuoi investimenti e, soprattutto, sulla liquidità disponibile per fare trading.

In questa guida completa ti spiego le differenze tra i due regimi fiscali, i vantaggi e gli svantaggi di ciascuno e, soprattutto, quale conviene davvero in base al tuo profilo di investitore 🎯. Alla fine, sarai in grado di fare una scelta consapevole che ottimizzi la tua situazione fiscale.

📋 Regime amministrato e dichiarativo: le differenze principali

Prima di entrare nel dettaglio, è fondamentale capire cosa distingue questi due regimi fiscali disponibili per chi investe sui mercati finanziari in Italia.

🏦 Cos’è il regime amministrato

Il regime amministrato è il regime fiscale predefinito quando apri un conto presso un broker o una banca con sede in Italia. In questo caso, l’intermediario agisce come sostituto d’imposta e si occupa di tutto:

  • Calcola automaticamente le plusvalenze e le minusvalenze ad ogni operazione
  • Trattiene immediatamente l’imposta del 26% sulle plusvalenze
  • Versa le imposte all’Agenzia delle Entrate al posto tuo
  • Non devi dichiarare nulla nel modello Redditi PF

Quando chiudi un’operazione in profitto, il broker ti accredita subito l’importo al netto delle imposte. Se guadagni 100 euro, sul conto vedrai accreditati 74 euro (100 – 26% di tassazione).

📊 Cos’è il regime dichiarativo

Il regime dichiarativo funziona in modo completamente diverso. L’intermediario non trattiene alcuna imposta e tu ricevi sul conto tutti i proventi lordi dalle tue operazioni di trading.

Sarai poi tu, ogni anno, a dover:

  • Calcolare le plusvalenze e minusvalenze complessive dell’anno
  • Compilare il modello Redditi PF (quadro RT)
  • Versare le imposte dovute tramite modello F24 entro il 30 giugno dell’anno successivo
  • Dichiarare i conti esteri nel quadro RW (monitoraggio fiscale)

Il regime dichiarativo è obbligatorio quando operi con broker esteri, che per definizione non possono agire come sostituti d’imposta in Italia. Puoi però sceglierlo volontariamente anche con broker italiani.

CaratteristicaRegime AmministratoRegime Dichiarativo
Chi calcola le imposteIl broker (sostituto d’imposta)Tu (o il commercialista)
Quando si pagano le tasseAd ogni operazione in profittoEntro il 30 giugno dell’anno dopo
Importo accreditatoAl netto (già tassato)Al lordo (100% del profitto)
Dichiarazione dei redditiNon necessariaObbligatoria
Disponibilità con brokerSolo broker italianiTutti i broker (italiani ed esteri)
Compensazione tra contiNo (ogni conto separato)Sì (tutti i conti insieme)
Metodo di calcoloCosto medio ponderatoLIFO (Last In First Out)

✅ Vantaggi del regime amministrato

Quando ho iniziato a fare trading, devo ammettere che il regime amministrato mi sembrava la scelta più comoda. Ed effettivamente ha dei vantaggi concreti, soprattutto per chi non vuole complicarsi la vita con la burocrazia fiscale.

🎯 Semplicità assoluta

Il primo e più evidente vantaggio è la semplicità. Non devi preoccuparti di nulla: niente calcoli, niente dichiarazioni, niente scadenze da ricordare. Il broker fa tutto automaticamente.

Questo è particolarmente utile se:

  • Sei alle prime armi e non vuoi complicazioni burocratiche
  • Fai poche operazioni all’anno
  • Non hai esperienza con la dichiarazione dei redditi
  • Preferisci delegare completamente la gestione fiscale

⏰ Nessuna scadenza fiscale

Con il regime amministrato, non hai scadenze da rispettare. Non devi ricordarti del 30 giugno, non rischi sanzioni per ritardi o errori nella dichiarazione. Tutto viene gestito automaticamente dal broker.

📝 Zero burocrazia

Non devi compilare il quadro RT del modello Redditi, non devi conservare documenti fiscali complessi, non devi tenere traccia dettagliata di ogni operazione. Il broker tiene tutta la documentazione necessaria.

🛡️ Nessun rischio di errori

Affidando al broker il calcolo delle imposte, elimini il rischio di fare errori nella dichiarazione che potrebbero portare a sanzioni o controlli fiscali. L’intermediario ha sistemi certificati e risponde direttamente degli adempimenti.

❌ Svantaggi del regime amministrato

Dopo aver testato entrambi i regimi su diversi conti, ti posso dire che il regime amministrato ha degli svantaggi significativi che ne limitano parecchio la convenienza, soprattutto per chi fa trading attivo.

💸 Tassazione immediata (e questo è un problema)

Questo è il punto che più mi ha fatto riflettere quando operavo in regime amministrato. Ogni volta che chiudi un’operazione in profitto, il 26% viene trattenuto immediatamente.

Facciamo un esempio concreto che ho vissuto personalmente:

  • Lunedì: Chiudo un’operazione con +1.000€ di profitto → Mi vengono accreditati solo 740€ (i 260€ di tasse sono già stati trattenuti)
  • Mercoledì: Apro una nuova posizione che va male e perdo 500€
  • Risultato: Ho guadagnato effettivamente 500€ (1.000 – 500), ma ho già pagato 260€ di tasse su 1.000€

La tassazione immediata significa anche meno liquidità disponibile per nuove operazioni. Se avessi avuto i 1.000€ pieni sul conto invece di 740€, avrei potuto sfruttare meglio le opportunità di mercato.

🔒 Impossibile compensare tra conti diversi

Questo è un limite enorme. Se hai più conti in regime amministrato, ogni conto è separato fiscalmente. Non puoi compensare le plusvalenze di un conto con le minusvalenze di un altro.

Esempio pratico:

  • Conto A (Fineco): +5.000€ di plusvalenze → Paghi 1.300€ di tasse
  • Conto B (Directa): -3.000€ di minusvalenze → Nessun recupero fiscale da Conto A
  • Risultato: Hai guadagnato 2.000€ netti ma hai pagato tasse su 5.000€

🌍 Limitazione ai soli broker italiani

Il regime amministrato è disponibile solo con broker e banche italiane. Questo esclude automaticamente tutti i broker internazionali, che spesso hanno:

  • Commissioni più basse
  • Piattaforme più avanzate
  • Strumenti finanziari non disponibili in Italia
  • Condizioni di trading migliori

Broker come Interactive Brokers, eToro, Plus500 o XTB (sede estera) sono accessibili solo in regime dichiarativo.

💰 Possibili costi aggiuntivi

Alcuni broker italiani applicano commissioni extra per il servizio di sostituto d’imposta del regime amministrato. Non è sempre così, ma è un costo da verificare.

✅ Vantaggi del regime dichiarativo

Dopo anni di esperienza, devo dire che il regime dichiarativo offre vantaggi strategici notevoli per chi fa trading con una certa regolarità e vuole ottimizzare la gestione fiscale.

💰 Liquidità immediata al 100%

Questo è il vantaggio più importante dal punto di vista operativo. Quando chiudi un’operazione in profitto, ricevi l’intero importo sul conto, senza trattenute.

Guadagni 1.000€? Sul conto ti vengono accreditati 1.000€, non 740€. Questo significa:

  • Maggiore leva finanziaria per nuove operazioni
  • Più flessibilità nelle strategie di trading
  • Effetto compounding più efficace sui profitti

Le tasse le paghi solo l’anno dopo (entro il 30 giugno), quindi per tutto l’anno puoi reinvestire al 100% i tuoi profitti.

🔄 Compensazione tra tutti i conti

Questo è un vantaggio fiscale enorme. Con il regime dichiarativo puoi compensare plusvalenze e minusvalenze di tutti i tuoi conti trading, sia italiani che esteri.

Riprendiamo l’esempio di prima:

  • Conto A: +5.000€ di plusvalenze
  • Conto B: -3.000€ di minusvalenze
  • Risultato fiscale: 5.000 – 3.000 = 2.000€ da tassare
  • Tasse da pagare: 2.000 × 26% = 520€ (invece di 1.300€!)

Il risparmio fiscale è evidente: 780€ in meno di tasse grazie alla compensazione.

🌐 Accesso a tutti i broker

Con il regime dichiarativo puoi operare con qualsiasi broker nel mondo, italiano o estero. Questo ti permette di:

  • Scegliere le piattaforme con commissioni più basse
  • Accedere a strumenti finanziari più ampi
  • Utilizzare tecnologie di trading avanzate
  • Diversificare i tuoi conti presso più intermediari

Personalmente utilizzo sia broker italiani che esteri, proprio per sfruttare i punti di forza di ciascuno.

📊 Strategie fiscali avanzate

Il regime dichiarativo ti permette di applicare strategie di ottimizzazione fiscale che con il regime amministrato sono impossibili:

  • Tax loss harvesting: Chiudere posizioni in perdita a fine anno per compensare i profitti
  • Riporto delle minusvalenze: Le perdite non compensate si possono utilizzare nei 4 anni successivi
  • Timing fiscale: Scegliere quando realizzare plusvalenze o minusvalenze

💵 Recupero delle minusvalenze da conti amministrati

Se chiudi un conto in regime amministrato con minusvalenze non compensate, puoi portare quelle perdite in regime dichiarativo e utilizzarle per ridurre le tasse sui profitti futuri. Il broker ti rilascia una certificazione delle minusvalenze stratificate.

❌ Svantaggi del regime dichiarativo

Sarei disonesto se ti dicessi che il regime dichiarativo è perfetto. Ha dei svantaggi che devi conoscere prima di sceglierlo.

📝 Maggiore complessità burocratica

Questo è l’aspetto più impegnativo. Ogni anno devi:

  • Calcolare tutte le plusvalenze e minusvalenze
  • Compilare il quadro RT del modello Redditi PF
  • Compilare il quadro RW per i conti esteri (monitoraggio fiscale)
  • Versare le imposte tramite F24

Personalmente mi affido a un commercialista specializzato in fiscalità del trading, e ti consiglio di fare lo stesso se hai molte operazioni.

💼 Costo del commercialista

Elaborare la dichiarazione dei redditi per i conti trading ha un costo. Tra 150€ e 500€ all’anno a seconda della complessità (numero di operazioni, numero di conti, ecc.).

Esistono però servizi specializzati come Dichiarativo Facile o TasseTrading che hanno costi più contenuti rispetto ai commercialisti tradizionali.

⚠️ Rischio di errori

Se sbagli i calcoli o dimentichi di dichiarare qualcosa, rischi sanzioni e interessi. Per questo è fondamentale:

  • Tenere traccia accurata di tutte le operazioni
  • Conservare i documenti dei broker
  • Affidarti a professionisti competenti

📅 Scadenze da rispettare

Devi ricordare la scadenza del 30 giugno per pagare le imposte. Se la salti, ci sono sanzioni e interessi. Serve organizzazione e disciplina.

💰 Accantonamento per le tasse

Un aspetto importante: devi avere la disciplina di accantonare circa il 26% dei profitti per pagare le tasse l’anno dopo. Non puoi spendere tutto quello che guadagni.

Ti consiglio di tenere un conto separato dove versare periodicamente la quota per le imposte, così non ti ritrovi senza liquidità quando arriva la scadenza.

🎯 Quale regime scegliere: la mia opinione

Dopo anni di esperienza con entrambi i regimi su conti diversi, ho sviluppato una visione chiara su quando conviene uno o l’altro.

✅ Scegli il regime amministrato se:

  • Sei alle prime armi e vuoi la massima semplicità
  • Fai poche operazioni all’anno (investitore passivo)
  • Non vuoi preoccuparti di dichiarazioni e scadenze fiscali
  • Operi solo con un singolo broker italiano
  • Non hai esperienza con la dichiarazione dei redditi
  • Preferisci delegare completamente la gestione fiscale

Il regime amministrato è ideale per chi fa investimenti di lungo termine con un approccio buy and hold, magari su ETF o azioni con poche operazioni all’anno.

✅ Scegli il regime dichiarativo se:

  • Fai trading attivo con molte operazioni
  • Vuoi massimizzare la liquidità disponibile sul conto
  • Operi con più conti trading (italiano e/o esteri)
  • Vuoi accedere a broker esteri con commissioni più basse
  • Hai un commercialista o puoi permetterti di pagarne uno
  • Vuoi applicare strategie fiscali per ottimizzare le tasse
  • Hai minusvalenze da recuperare da altri conti

Il regime dichiarativo è la scelta migliore per trader attivi e per chi vuole avere pieno controllo sulla gestione fiscale dei propri investimenti.

💡 La mia strategia personale

Personalmente utilizzo una combinazione di entrambi:

  • Regime amministrato per il conto di investimento a lungo termine (PAC su ETF, azioni da tenere anni) presso una banca italiana
  • Regime dichiarativo per i conti di trading attivo presso broker esteri con commissioni basse

Questa strategia mi permette di avere la semplicità del regime amministrato dove non serve flessibilità, e i vantaggi fiscali del dichiarativo dove faccio trading più intenso.

🔄 Si può cambiare regime fiscale?

Sì, puoi cambiare regime fiscale, ma con delle regole precise che devi conoscere.

📅 Quando si può cambiare

Puoi modificare la tua scelta presentando richiesta scritta al broker entro il 31 dicembre di ogni anno. Il nuovo regime decorrerà dal 1° gennaio dell’anno successivo.

Non puoi cambiare regime a metà anno. Se hai scelto amministrato, rimarrà così fino al 31 dicembre.

📋 Passaggio da amministrato a dichiarativo

Se passi dal regime amministrato al dichiarativo, il broker ti rilascia una certificazione delle minusvalenze eventualmente presenti nel conto. Queste potranno essere recuperate nei 4 anni successivi compensandole con plusvalenze future.

📋 Passaggio da dichiarativo ad amministrato

Attenzione: se passi dal dichiarativo all’amministrato, perdi le minusvalenze pregresse maturate in regime dichiarativo. Non potrai più utilizzarle per compensazioni future.

💰 Quanto si risparmia con il regime dichiarativo?

Facciamo un esempio concreto per capire la differenza economica tra i due regimi.

📊 Scenario esempio

Ipotizziamo che tu abbia:

  • Conto A (Fineco): +6.000€ di plusvalenze
  • Conto B (Interactive Brokers): -2.000€ di minusvalenze
  • Profitto netto: 4.000€

Con regime amministrato su entrambi:

  • Conto A: 6.000 × 26% = 1.560€ di tasse pagate
  • Conto B: Nessuna tassa (in perdita), ma le minusvalenze rimangono “intrappolate” in quel conto
  • Totale tasse: 1.560€

Con regime dichiarativo su entrambi:

  • Plusvalenze totali: +6.000€
  • Minusvalenze totali: -2.000€
  • Base imponibile: 4.000€
  • Totale tasse: 4.000 × 26% = 1.040€

Risparmio con il dichiarativo: 520€ (33% in meno di tasse!)

Anche considerando 200€ di costo del commercialista, hai un risparmio netto di 320€. E questo è solo per un anno.

📝 Come funziona la dichiarazione in regime dichiarativo

Se scegli il regime dichiarativo, devi sapere cosa ti aspetta dal punto di vista burocratico.

📄 Quadri da compilare

Nel modello Redditi PF dovrai compilare:

  • Quadro RT: Per dichiarare plusvalenze e minusvalenze (redditi diversi)
  • Quadro RW: Per il monitoraggio fiscale dei conti esteri (IVAFE 0,2% annuo)
  • Quadro RM: Per dividendi esteri (se applicabile)

💳 Pagamento delle imposte

Le imposte si pagano tramite modello F24 entro il 30 giugno dell’anno successivo. Puoi pagare:

  • In un’unica soluzione
  • Rateizzato (con interessi)

🧾 Documenti necessari

Per la dichiarazione ti servono:

  • Estratti conto annuali di tutti i broker
  • Report delle operazioni effettuate
  • Certificazioni di dividendi percepiti
  • Eventuali certificazioni di minusvalenze pregresse

❓ Domande frequenti

Posso avere conti in entrambi i regimi contemporaneamente?

Sì, puoi avere alcuni conti in regime amministrato e altri in regime dichiarativo. Anzi, come ti ho spiegato, questa può essere una strategia vincente per ottimizzare la gestione fiscale.

Il regime dichiarativo è più rischioso fiscalmente?

No, se gestito correttamente. Il “rischio” è solo quello di fare errori nella dichiarazione, ma affidandoti a un commercialista competente o a servizi specializzati elimini questo problema.

Quanto costa un commercialista per il regime dichiarativo?

Il costo varia in base alla complessità:

  • Servizi online specializzati: 100-250€ all’anno
  • Commercialista tradizionale: 200-500€ all’anno
  • Il costo aumenta con il numero di operazioni e di conti

Posso passare da amministrato a dichiarativo senza perdere le minusvalenze?

Sì, quando passi da amministrato a dichiarativo il broker ti rilascia una certificazione delle minusvalenze stratificate per anno. Puoi utilizzarle in dichiarazione per compensare profitti futuri (entro 4 anni).

Con broker esteri sono obbligato al regime dichiarativo?

Sì, i broker esteri non possono agire come sostituti d’imposta in Italia, quindi il regime dichiarativo è obbligatorio. Fa eccezione il caso in cui il broker abbia una succursale italiana che offre il regime amministrato (come ActivTrades Italia).

Devo dichiarare anche se sono in perdita?

Sì, se hai conti esteri devi comunque compilare il quadro RW per il monitoraggio fiscale, anche se non hai profitti. È importante farlo per evitare sanzioni.

🎯 Conclusioni: la mia raccomandazione finale

Dopo aver testato entrambi i regimi fiscali per anni su conti diversi, la mia opinione è chiara:

Il regime dichiarativo è la scelta migliore per la maggior parte dei trader attivi, grazie a:

  • Maggiore liquidità disponibile tutto l’anno
  • Compensazione fiscale tra tutti i conti
  • Accesso a broker internazionali più competitivi
  • Possibilità di strategie fiscali avanzate
  • Risparmio fiscale significativo con più conti

Certo, richiede più impegno burocratico, ma i vantaggi economici compensano ampiamente il costo di un commercialista.

Il regime amministrato rimane una buona scelta solo se:

  • Sei un principiante assoluto
  • Fai pochissime operazioni all’anno
  • Hai un solo conto presso un broker italiano
  • La semplicità vale più del risparmio fiscale

La mia raccomandazione? Inizia con il regime amministrato se sei alle prime armi per capire le dinamiche del trading. Poi, quando avrai acquisito esperienza e inizierai a fare trading più attivo, passa al regime dichiarativo per ottimizzare la gestione fiscale.

Ricorda: la scelta del regime fiscale può fare una differenza di centinaia o migliaia di euro all’anno in tasse. Vale la pena dedicarci il tempo necessario per fare la scelta giusta! 💰

Disclaimer: Questo articolo ha scopo puramente informativo e educativo. Non costituisce consulenza fiscale personalizzata. Per la tua situazione specifica, consulta sempre un commercialista o consulente fiscale qualificato.

I contenuti di questo articolo hanno scopo puramente informativo ed educativo e non costituiscono in alcun modo una consulenza personalizzata sugli investimenti o una raccomandazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari.

Gli investimenti comportano rischi, inclusa la perdita totale o parziale del capitale investito. Le performance passate non sono garanzia di risultati futuri.

Prima di prendere qualsiasi decisione di investimento, effettua sempre le tue ricerche e, se necessario, consulta un consulente finanziario professionista indipendente.

Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate a gennaio 2025 e potrebbero subire modifiche. Verifica sempre le condizioni attuali sui siti ufficiali dei broker.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *